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21 dicembre, 2005

Fotocamere Serie MZ : MZ 6



Caratteristiche Tecniche

* Anno presentazione 2001
* Copertura mirino 92%
* Ingrandimento 0.7x
* Fuoco automatico SI
* Fuoco manuale SI
* Esposimetro 6 zone
* Misurazione spot SI
* Esposiz. manuale SI
* Esposiz. automatica SI
* Esposiz. Program SI
* Priorità diaframmi SI
* Priorità tempi SI
* Esposiz. TTL flash SI
* Compensaz. espos. SI
* Bracketing autom. SIn


* Esposiz. multiple SI
* Tempi otturaz. 30-1/4000 posa B
* Sincro flash 1/125 s
* Flash incorporato SI
* Lettura codici DX SI
* Trascinamento Motore
* Raffica 2 fot/s
* Riavvolg. automatico SI
* Tasto prof. di campo SI
* Peso corpo g 385
* Note :Sceglie automaticamente i programmi


Commenti
Si tratta di uno dei corpi più avanzati della serie MZ, ponendosi subito dopo la MZ-S e parallelamente alla MZ-3. Piccola e leggera, vanta comunque un solido telaio metallico. L'autofocus è rapido e preciso anche al buio. Il mirino si basa su pentamirror, ma non mancano affatto luminosità e nitidezza. Può pilotare in wireless e a tempi più rapidi di 1/125 di secondo il Flash AF360FGZ; permette in controllo del contrasto con i flash AF360FGZ,AF330FTZ, AF500FTZ e con quello incorporato. Permette di personalizzare alcuni parametri molto utili: la variazione in auto bracketing, il tipo di blocco AE (a segmenti o spot), l'AF continuo in modalità 'sport'.
Lorenzo Trumino

28 settembre, 2005

Fotocamere Serie MZ : MZ M




Caratteristiche Tecniche

* Anno presentazione 1997
* Copertura mirino 92%
* Fuoco automatico NO
* Fuoco manuale SI
* Esposimetro A DUE ZONE
* Misurazione spot NO
* Esposiz. manuale SI
* Esposiz. automatica SI
* Esposiz. Program SI
* Priorità diaframmi SI
* Priorità tempi SI* Esposiz. TTL flash NO (flash dedicato)
* Compensaz. espos. SI



* Bracketing autom. NO
* Esposiz. multiple NO
* Tempi otturaz. 30-1/2000
* Sincro flash 1/100 s
* Flash incorporato
* Lettura codici DX SI
* Trascinamento Motore
* Raffica 2 fot/s
* Riavvolg. automatico SI
* Tasto prof. di campo SI
* Peso corpo g 320


Commenti
Grande macchina per chi non ha un grande budget da investire nella tecnica ma che sa che si possono fare foto invidiabili con un'otturatore preciso e una bella ottica, magari manual focus. E questa Pentax dà proprio queste possibilità! Ha tutto ciò che serve per il novanta percento degli scatti, comodo automatismo a priorità dei diaframmi, mirino abbastanza luminoso, compensazione e blocco dell'esposizione, comodo motore incorporato, previsualizzazione PDC. Poi ha tutti gli altri automatismi delle reflex moderne tranne due: la cellula per l'esposizione TTL flash (unica vera mancanza) e l'autofocus. Invece dell'autofocus la MZ-M ha un particolare che pochi notano ma che io trovo importantissimo: da anni è l'unica Pentax acquistabile nuova che possiede la corona di microprismi e l'immagine spezzata al centro! Sembra una piccolezza e una cosa scontata ma, a meno di andare sull'usato, in casa pentax non esistono più vetrini con queste caratteristiche. Poco male per chi ha la mano sinistra impigrita dall'autofocus ma importante per chi, come me, ha voluto farsi un corredo scelto di gloriose ottiche usate Pentax. A tutto questo va aggiunto il grande pregio: è di una leggerezza imbarazzante che, se a prima vista può sembrare un difetto, si rivela una carta vincente in tante situazioni di vita in cui portarsi un chilo, o quasi, di solo corpo macchina è francamente fastidioso. All'aspetto della praticità và aggiunto che i comandi sono attivati tramite due comode e bellissime ghiere dalla facilissima presa. Vogliamo proprio trovarle un piccolo difetto per la VERA fotografia: NON può fare esposizione multiple nemmeno se piangi! Insomma è veramente un bel corpo macchina considerando che il prezzo è veramente irrisorio.
Carmelo Mustica

12 luglio, 2005

Fotocamere Serie LX : LX



Caratteristiche Tecniche

* Tipo:Fotocamera Reflex 35 mm con esposizione automatica Av "Automatic".
* Modi di esposizione: Av con priorità ai diaframmi, Flash-ttl Automatico, Manuale.
* Attacco obiettivo: Pentax baionetta K.
* Otturatore: Elettromeccanico in Titanio con scorrimento orizzontale sul piano focale. Pulsante di scatto meccanico con blocco di sicurezza e posa "T". Regolazione automatica dell'esposizione da Lt.B (> di 2 minuti) a 1/2000 di sec. Regolazione manuale da 4sec. a 1/2000 sec. Posa B.
* Mirino: A pentaprisma con schermo di messa a fuoco incorporato, microprismi e stigmometro a immagine spezzata; copre 98% dell’area orizzontale inquadrata e 95% di quella vertivale con obiettivo 50 mm posto su infinito; offre un ingrandimento della visione. Oculare con correzione diottrica regolabile da 0 a -1,5.
* Sincronizzazione flash: FP e X, Contatto caldo (Contatto sincro X e contatti per flash-ttl dedicati "A" , X a 1/75 sec.) con mirino FA-1, sul pentaprisma o con presa PC doppia con contatti per flash-ttl dedicati.
* Autoscatto: Controllato meccanicamente, tempi di ritardo 4-10 sec. Non è possibile interrompere il funzionamento in qualsiasi momento ma solo prima della pressione del pulsante . Si aziona con il pulsante di scatto.
* Specchio e diaframma: A ritorno istantaneo con controllo della profondità di campo, e sollevamento manuale dello specchio, tramite apposita leva.
* Avanzamento della pellicola: Con un’unica corsa della leva di avanzamento rapido di 120°; posizione di riposo staccata dal corpo macchina di 25°.
* Riavvolgimento pellicola: A manovella.Predisposizione per motore aggiuntivo e portabatterie specifici
* Misurazione esposizione: A tutta apertura con misurazione tramite cellula SPD media con prevalenza al centro, lettura ttl su specchio secondario prima dello scatto e su pellicola durante lo scatto.
* Campo di misurazione: EV-6.5 (f/1.2, Lt.sec.) - EV20 (f/22, 1/2000 sec.) con 50 mm f/1.2 pellicola ISO 100.
* Blocco memoria dell’esposizione: NON PRESENTE.
* Compensazione dell'esposizione +-2EV in passi di 1/3EV stop.
* Spia stato di carica delle batterie: Quando le batterie sono in via di esaurimento i LED sfarfallano a due a due, con batterie completamente esaurite, il display non si illumina e l’otturatore si blocca nei tempi inferiori al sincro-X 1/75sec.
* Alimentazione: Due batterie a 1.5 V alcaline o ossido d’argento CR-1/3N o 2xSR44

Commenti
In produzione dal 1979 al 2000, ha il corpo in robusto metallo e dimensioni, leggermente maggiori rispetto alle MX, ME-Super, e alla successiva Super-A, ecc. Ricorda la K2-DMD, impugnandola dona una sensazione di solidità estrema da prodotto professionale, quale voleva essere, la montatura K degli obbiettivi permette di sbizzarrircisi (più di 42 lenti all'epoca) come si vuole, e non presenta controindicazioni di sorta neanche con i più recenti K-AF2, Corpo in metallo, pentaprisma asportabile, sollevamento manuale dello specchio, otturatore con tendine in titanio, ed un'esposimetro molto prestante tuttora insuperato alle basse luci, (-6.5EV+EV20, 100iso 50/f1.2), ne fanno una macchina da intenditori, con un automatismo dei tempi (Av), che funziona d'avvero, specialmente nelle riprese notturne, anche quando gli esposimetri separati mostrano la corda, lei garantisce sempre ottimi risultati grazie alla lettura esposimetrica continua, anche con otturatore aperto, della luce riflessa dalle tendine e dalla pellicola, (occhio con le B&W le ultime emulsioni a volte riflettono più luce delle negative a colore ed è quindi d'obbligo un rullo di prova della nostra pellicola usuale), bisogna poi fare attenzione quando si fotografa attraverso vetri e specchi inclinati o nell'uso di filtri polarizzatori non circolari, in quanto lo specchietto semitrasparente dell'esposimetro diciamo che in questi casi "polarizza" prima dello scatto la luce e falsa di parecchio la lettura esposimetrica, che se in Automatic viene compensata dalla lettura sulla pellicola, in manuale, tenendo conto dell'indicazione dell'esposimetro, la foto viene sottoesposta. La compensazione dell'esposizione è di +/-2EV a passi di 1/3 di EV , quando è attivato, una paletta rossa ce lo indica nel mirino. L'autoscatto meccanico di (4-10sec.) non è dei più silenziosi, una volta attivato non si può fermare, è comandato dalla leva della previsualizzazione profondità di campo, che provvede anche al sollevamento manuale dello specchio, previa pressione del pulsantino incorporato. L'emissione del flash è in TTL, ma c'è anche il contatto caldo X-1/75sec. e "l'antico FP", 1/75sec. è certamente lento come sincro-X per di più con la maggior parte dei flash dedicati non si può selezionare un tempo più lento se non nastrando il contatto di destra della slitta porta accessori, che altrimenti provvede inesorabilmente alla selezione automatica del sincro-x a 1/75sec. così facendo il flash-ttl funziona perfettamente con tutti i tempi inferiori a 1/75sec. che andranno selezionati con l'apposita ghiera dei tempi, (indicanti 4s-1/2000 +B). I tempi più lunghi di 4s, (tempo max in manuale) identificati dalla sigla LT.B nel mirino, arrivano a qualche minuto, nella posizione Automatic (per le mie riprese non sono mai andato oltre i 2 minuti, in un sito ho letto che va oltre i 45 minuti, sarà vero? con -6.5EV dichiarati?, leggere il libretto delle istruzioni che non ho sarebbe illuminante).
Il sollevamento manuale dello specchio non porta a risultati straordinari, ma in ogni caso sempre visibili, il micromosso nelle meccaniche è sempre in agguato, a proposito l'LX è meccanica per i tempi da 1/75 a 1/2000 +B ed eletto-meccanica da 1/60 a 4s+Automatic-LT.B, quindi funziona senza pile da 1/75 a 1/2000 e in posa +B, un range più che buono, per le emergenze (certo l'MX funziona sempre, e sollevando lo specchio con il trucchetto per l'inserimento dei vecchi grandangolari a vite, il micromosso non c'è più!), è meglio portarsi dietro due pile LR44 da 1.5V, se si usano spesso tempi molto lenti, (quelli serviti elettro-meccanicamente). Accetta rullini da 6 a 3200 ASA, ed ha aggancio della pellicola rapido chiamato "Magic" tramite cilindretti in teflon. Manca la lettura DX, e il blocco della lettura esposimetrica. I mirini sono intercambiabili (ma costano una fortuna), così come i vetrini di messa a fuoco. Riavvolgendo il rullino la numerazione dei fotogrammi arretra con precisione, quindi per esempio se il giorno prima avete fotografato la luna al fotogramma 6 e siete al 28, armate l'otturatore e riavvolgete la pellicola, fermandovi non appena scatta il 6, e sarete a tale fotogramma con una buona precisione +/-1mm di pellicola circa, scattando di nuovo avrete la vostra doppia esposizione al fotogramma 6, poi mettete a 1/2000 f22 il tappo all'obbiettivo e scattate fino a tornare al 28 e tutto andrà liscio come l'olio scattando il 29, per sicurezza il 28 lo salterei), attenzione a volte se l'interno della macchina è sporco riavvolgendo la pellicola i fotogrammi esposti si possono rigare, quindi è d'obbligo una soffiatina ogni tanto, non si sa mai. La Pentax si vantava della tropicalizzazione di questo corpo, ma il sistema in silicone non è dei più efficaci specialmente contro l'umidità, che spesso entra all'interno, (meglio non portarla in spiaggia), ma se proprio volete, portando la macchina all'assistenza il silicone riposizionato con dovizia vi farà stare più tranquilli.
I difetti sono pochi ma prima o poi compaiono: 1-le guarnizioni in gomma esterne ed interne si fondono causando rallentamenti e starature, niente di grave o irreparabile, ma molto laborioso da riparare specie per le guarnizioni di fine corsa dell'otturatore, un po' meno per quelle dello specchio che se non sono originali e dello spessore adatto impediscono una corretta messa a fuoco. 2-Altro difetto è la verniciatura del tastino sulla levetta dell'autoscatto (ecc.) che al contrario del resto del corpo con ottima e durevole smaltatura si svernicia molto presto mostrando il metallo, basta smontarlo e riverniciarno con dello smalto e non darà più problemi, (l'operazione naturalmente richiede la mano del fotoriparatore). 3-Per quanto riguarda l'elettronica dell'esposimetro non da noie di nessun tipo, se non per il compensatore dell'esposizione che con l'umidità o la polvere fa i capricci (se la tropicalizzazione non è più efficace o le guarnizioni si sono incrudite dopo una quindicina d'anni), quella che uso ne ha una decina, e i primi due difetti sono arrivati e sono stati riparati per il terzo ho cercato di prevenirlo rifacendo tropicalizzare (silicone) il corpo, tra tutto, mi ci compravo un'MZ50 nuova con il 28-80, ma volete mettere la soddisfazione di scattare delle belle foto con un mito, invece di avere tra le mani l'ultimo ritrovato della "Plastica Moderna"! certo che l'MZ-3,5,5n sono un'altra cosa, ma andate di notte (anche con il solo 50/1.7) a fare qualche scatto senza flash poi mi direte quale lascerete a casa la volta successiva, provare per credere.
Marco Gallinella

24 giugno, 2005

Fotocamere Serie MZ : MZ 50




Caratteristiche tecniche

* Anno presentazione 1997
* Copertura mirino 92%
* Fuoco automatico SI
* Fuoco manuale SI
* Esposimetro A DUE ZONE
* Misurazione spot NO
* Esposiz. manuale SI
* Esposiz. automatica SI
* Esposiz. Program SI
* Priorità diaframmi SI
* Priorità tempi SI
* Esposiz. TTL flash SI



* Compensaz. espos. SI
* Bracketing autom. NO
* Esposiz. multiple NO
* Tempi otturaz. 30-1/2000
* Sincro flash 1/100 s
* Flash incorporato SI
* Lettura codici DX SI
* Trascinamento Motore
* Raffica 2 fot/s
* Riavvolg. automatico SI
* Tasto prof. di campo NO
* Peso corpo g 350



Commenti
Economica ed essenziale, c'è già tutto quello che serve per fotografare. E' perfetta per che vuole accostarsi con curiosità alla fotografia. L'esposimetro,anche se semplificato, non mi ha mai tradito. L'autofocus dà sempre l'impressione di essere reattivo, anche se non è recentissimo. D'altra parte, anche se si chiama per ragioni commerciali "SAFOX V" è il "SAFOX II" montato sulla precedente serie pentax (Serie Z). Altri dicono si tratti di una versione semplificata del SAFOX IV montato sui modelli di classe medio alta della serie MZ. Comunque è sufficientemente veloce per tuitti i normali usi, e va in crisi solo se pretendiamo prestazioni "ultra-sportive". Le modalità di esposizione sono complete, e l'uso di tutte le funzioni è estremamente intuitivo, il che permette una buona velocità d'azione.Dopo un anno di uso, mi sentirei sicuramente di raccomandarla.
Federico

06 giugno, 2005

Fotocamere Serie P : P50




Caratteristiche Tecniche

* Anno presentazione 1986
* Prezzo nd
* Copertura mirino nd
* Fuoco automatico NO
* Fuoco manuale SI
* Esposimetro MEDIA PONDERATA
* Misurazione spot NO
* Esposiz. manuale SI
* Esposiz. automatica SI
* Esposiz. Program SI
* Priorità diaframmi SI
* Priorità tempi SI

* Esposiz. TTL flash NO
* Bracketing autom. NO
* Esposiz. multiple
* Tempi otturaz. 1sec 1/1000sec posa B
* Sincro flash 1/100
* Flash incorporato NO
* Lettura codici DX NO
* Trascinamento Manuale
* Raffica opz funz del winder 2/3,5 scatti/sec
* Tasto prof. di campo SI
* Peso corpo 525g P 50


Commenti
Mi è stata prestata da un amico una P 50 con il 50/2 KA. Prima di ritornarla al legittimo proprietario ho fatto esperienza d'uso con diapositive. Qualche rullo di AGFA PRECISA 100 ASA che a Milano si trova a buon prezzo. Esposizione standard e risultati sempre equilibrati con colori squillanti tipici del 50 montato. Macchina semplice da usare in program anche perchè ne ha due; uno per le scene d'azione, l'altro per quelle statiche come ad esempio i paesaggi che io preferisco.Mi sembra una macchina robusta ed anche sofisticata secondo necessità. Posso starare intenzionalmente l'esposimetro oppure usarla con i tempi in manuale ed anche memorizzare l'esposizione per usarla forse meglio di una ME Super.Può montare il motore della Super A che viaggia a 3,5 fotogrammi/secondo oppure il più lento winder ME II. Non ha tempi meccanici e se avesse il flash TTL sarebbe veramente eccellente.Però l'esposimetro ha lo stesso tipo di fotocellule della mia MX (una sicurezza). Di comodo ha una impugnatura ergonomica che non la fa scivolare dalle mani (la mia MX purtroppo scivola se ho le mani bagnate e devo stare attento quando la uso con la pioggia).Può essere dotata di ottiche K e KA, con le prime opera solamente in automatico e in manuale e si perdono i due program. Risale al 1986 mi pare e mi sembra anche meglio della diffusissima e sempre verde PENTAX P30 e P30N che ho usato sono una volta con tranquillità perchè fa tutto lei, dopo che ho messo a fuoco.
Alberto Dubini.

Il copyright delle foto è di Bojidar Dimitrov , che ringraziamo.

25 maggio, 2005

Fotocamere Digitali: IstDL



Caratteristiche Tecniche

* Tipo Reflex digitale ad ottiche intercambiabili, autofocus e con TTL automatico incorporato
* Profondità di colore 12 bit nel formato RAW, 8 bit in Jpeg
* CCD 6,31 megapixel totali (6,1 megapixel effettivi)
* Formato file RAW, Jpeg (Exif 2.21), DCF, DPOF, PRINT Image Matching III
* Attacco obiettivi Baionetta PENTAX KAF.
Compatibile con baionette KAF2, KAF e Ka. Con gli obiettivi K M42 (con adattatore K) ci sono limitazioni.
Gli obiettivi per il formato 35mm dotati di innesto a vite PENTAX e gli obiettivi dei sistemi PENTAX 645 e 67 richiedono l’impiego di apposito adattatore.
Alcune funzioni possono non essere disponibili con certi obiettivi.
* Memorie supportate SD
* Mirino Ottico a pentamirrior fisso con campo inquadrato 96%
* Display LCD a colori TFT da 2,5 pollici" (210.000 px)
* Messa a fuoco autofocus TTL SAFOX VIII ad analisi di fase su 3 punti, commutabile su AF Spot 
Autofocus singolo e continuo, messa a fuoco manuale e infinito, Campo d'utilizzo: EV0-EV19
* Modalità esposizione Automatica programmata, Priorità dei tempi, Priorità dei diaframmi, Esposizione manuale e Posa B.
Otturatore a controllo elettronico con tempi di posa da 1/4000 a 30 sec. 
Modi Picture: Paesaggi, Fiori, Ritratti, Scene notturne, Sport.
* Esposizione TTL a tutta apertura a 16 segmenti, misurazione spot e media ponderata al centro.
* Compensazione dell'esposizione: +/- 2EV con incrementi di 1/3 EV.
* Sensibilità ISO Auto, 200, 400, 800, 1600, 3200
* Bracketing autom. 3 fotogrammi entro un campo di ±0,5EV o ±1EV (incrementi di 0,5 EV), oppure ±0,3EV, ±0,7EV o ±1EV (incrementi di 0,3 EV)
* Modalità di ripresa Scatto singolo, sequenza (2,8-5 fot/sec) autoscatto (12 o 2 sec.), B.
* Flash integrato Incorporato ad attivazione automatica con luce insufficiente, inseribile e disinseribile manualmente
Copertura equivalente ad un 28mm (formato 35mm), slitta a contatto caldo per flash esterno, sincro flash1/180 sec
* Collegamenti USB 2.0 uscita AV (NTSC o PAL)
* Opzioni di stampa Compatibile PrintImageMatching III e PictBridge



Commenti
La Pentax *Ist DL è davvero un’ottima macchina. Trovo la qualità costruttiva davvero notevole, in rapporto al prezzo. Il mirino è molto luminoso: il pentamirror non fa rimpiangere troppo il pentaprisma. La messa a fuoco manuale è abbastanza agevole. Buona l’ergonomia, ben posizionati ed intuitivi i comandi. I pregi maggiori sono quelli noti di tutte le reflex digitali Pentax.

In primo luogo la possibilità di usare tutti gli obiettivi con baionetta K prodotti dalla casa e da moltissimi altri fabbricanti di obiettivi. Gli obiettivi KA funzionano senza alcuna limitazione, se si esclude ovviamente l’autofocus. I K funzionano altrettanto bene con una piccola procedura rapidissima da effettuare, una volta presa la mano. Io, ad esempio, utilizzo con molta soddisfazione un vecchissimo Takumar 135 f/2,5.

In secondo luogo ho apprezzato molto la possibilità di usare comuni pile stilo anziché batterie proprietarie della casa. Buona anche, a mio parere, la scelta delle schede di memoria SD, piccolissime ed economiche. Ho apprezzato anche la possibilità di utilizzare vecchi flash manuali senza problemi, ovviamente perdendo gli automatismi disponibili con il flash dedicato di ultima generazione. Ma la tensione dei vecchi flash non causa alcun danno alla circuitazione della macchina. Purtroppo però la ist DL non mantiene gli automatismi con i vecchi flash TTL della casa, assicurando la piena compatibilità solo con i P-TTL. Chi utilizza le funzioni automatiche il flash dovrà quindi comprarne uno di ultima generazione. Un altro appunto negativo va fatto sulla velocità (insufficiente per alcuni usi) della raffica, e sulla quantità di immagini registrabili in sequenza.

Per quanto riguarda la qualità delle immagini considero molto buono il RAW, sul quale è possibile operare molto bene in post-produzione. Anche il JPEG non è male: io lo uso nel ritratto femminile o nelle foto ricordo. Ma dove occorre il massimo dettaglio meglio usare il RAW. Sono inoltre molto soddisfatto dell’obiettivo a corredo. Il DA 18-55 f/3,5-5,6 SMC è ben costruito, ha un bel paraluce e la lente frontale non ruota né zoommando né focheggiando, cosa che aiuta molto con il filtro polarizzatore. Buona la nitidezza e la resa dei colori, pecca un po’ di vignettatura alla focale inferiore.

24 maggio, 2005

Fotocamere Digitali: K100D


Caratteristiche Tecniche

* Tipo Fotocamera digitale reflex monobiettivo autofocus ad esposizione automatica TTL, con flash retraibile incorporato P- TTL ad attivazione automatica
* Profondità di colore 8 bit (JPEG) o 12 bit (RAW)
* CCD 6,31 megapixel totali (6,1 megapixel effettivi)
* Campo visivo 96% in verticale e orizzontale
* Formato file JPEG (Exif 2.21), RAW, DCF, DPOF, PRINT Image Matching III
* Attacco obiettivi Baionetta PENTAX KAF .Compatibile con baionetta PENTAX KAF2, KAF e KA. Power zoom non disponibile. Obiettivi con innesto PENTAX K utilizzabili con restrizioni. Obiettivi con innesto PENTAX S utilizzabili con adattatore. Obiettivi con innesto PENTAX 67/645 utilizzabili con adattatore e restrizioni.
* Memorie supportate SD
* Stabilizzazione dell’immagine :Sistema proprietario PENTAX Shake Reduction incorporato nella fotocamera, per stabilizzare l’immagine con tutte le ottiche compatibili comprese tra 8mm e 800mm di focale.
* Display LCD a colori TFT da 2,5 pollici" (210.000 px) Schermo di visione Natural-Bright-Matte II
* Flash automatico P-TTL retraibile a sollevamento automatico. Attivazione automatica in condizioni di luce scarsa (nelle modalità automatiche).
* Sincro flash Flash RTF incorporato e tramite slitta a contatto caldo. 1/180 sec. impostato automaticamente con flash incorporato o con flash dedicati PENTAX al completamento della ricarica
* Autoscatto Elettronico con ritardo di 2 o 12 secondi. Disattivabile anche dopo l’avvio.
* Ingrandimento 0,85x (con 50mm f/1,4 all’infinito e regolazione diottrica -1)
* Messa a fuoco autofocus TTL ad analisi di fase ad area allargata su 11 punti (SAFOX VIII) 
Autofocus singolo e continuo, messa a fuoco manuale e infinito.Campo di utilizzo EV1 ~ EV19 (ad ISO200 con ob. 50mm f/1,4)
* Modalità esposizione 1) Auto Picture, 2) Picture, 3) Scene, 4) AE programmata, 5) AE a priorità dei tempi, 6) AE a priorità dei diaframmi, 7) Manuale, 8) Posa B.
Otturatore a controllo elettronico con tempi di posa da 1/4000 a 30 sec. 
Modi Picture: Paesaggi, Fiori, Ritratti, Scene notturne, Sport.
* Esposizione TTL a tutta apertura a 16 segmenti, misurazione spot e media ponderata al centro.
* Compensazione esposizione ±2 EV (passi da 1/3 EV o 1/2 EV)
* Sensibilità ISO Auto, 200, 400, 800, 1600, 3200
* Sistema esposimetrico TTL a piena apertura con lettura multi-zona a 16 segmenti (accoppiata con obiettivo e informazioni AF) con misurazione 1) Multi-zona, 2) Media ponderata al centro, 3) Spot
* Bracketing autom. 3 fotogrammi entro un campo di ±0,5EV, ±1EV o ±1,5EV (con incrementi di 0,5 EV), oppure ±0,3EV, ±0,7EV o ±1EV (con incrementi di 0,3 EV)
* Modalità di scatto Singolo, Continuo, Autoscatto, Bracketing automatico e Telecomando.Velocità Da 1/4000 di secondo a 30 secondi e posa B. Fino a 2,8 fot./sec (JPEG fino a 5 fot., RAW fino a 3 fot.)
* Flash integrato Incorporato ad attivazione automatica con luce insufficiente, inseribile e disinseribile manualmente
Copertura equivalente ad un 28mm (formato 35mm), slitta a contatto caldo per flash esterno, sincro flash1/180 sec
* Filtri digitali Bianco e nero, Seppia, Colore (18 tipi), Soft (3 livelli selezionabili), Slim (regolabile su +/- 8 livelli), Luminosità (in riproduzione).
* Bilanciamento del bianco Automatico, Luce diurna, Ombra, Cielo nuvoloso, Tungsteno, Fluorescente (W, D, N), Flash, Manuale
* Otturatore A controllo elettronico sul piano focale con lamelle a scorrimento verticale.
* Regolazione diottrica da - 2,5 a +1,5 diottrie
* Collegamenti USB 2.0 uscita AV (NTSC o PAL)
* Peso 655g (carica e pronta all’uso con 4 batterie stilo e scheda SD)
* Opzioni di stampa Compatibile PrintImageMatching III e PictBridge


Commenti

La utilizzo da circa 3 giorni e le mie prime impressioni sono le seguenti. La messa a fuoco è precisa sia con lo zoom in dotazione nel kit sia con il 300 mm fa f/4,5 anche se ancora un po’ lenta. L’ho provata con il 500 mm k f/4,5 duplicato e l’indicatore di corretta messa a fuoco funziona ancora. I comandi sono ben disposti e di facile uso.
Lo stabilizzatore funziona bene anche con gli obiettivi serie k impostando la focale in manuale. Comode le funzioni sport (l’autofocus passa in continuo ) museo (blocca il flash) ecc.

Purtroppo ci sono anche delle criticità: non sono riuscito a scattare una foto correttamente esposta con il flash AF 500 FTZ cosa ottenuta egregiamente con il flash AF 360 FGZ. La raffica di soli 3 scatti in formato Raw è un po’ breve. Concludendo secondo me è un apparecchio che può soddisfare le aspettative dell’utente anche esigente e regge bene la concorrenza delle altre reflex della stessa fascia di prezzo. Allego una foto scattata con il 500 duplicato e stabilizzato con tempo di scatto 1/125 f impostato 5,6.

Antonio Pastorino

23 maggio, 2005

Fotocamere Digitali: Ist Ds



Caratteristiche Tecniche
* Tipo Reflex digitale ad ottiche intercambiabili, autofocus e con TTL automatico incorporato
* Profondità di colore 12 bit nel formato RAW, 8 bit in Jpeg
* CCD CCD da 15,7 x 23,5 mm a scansione interlacciata e trasferimento interlinea 6,31 megapixel totali (6,1 mp effettivi)
* Formato file RAW, Jpeg (Exif 2.21), DCF, DPOF, PIM III
* Attacco obiettivi Baionetta PENTAX KAF. Compatibile con baionette KAF2, KAF e Ka. Con gli obiettivi K M42 (con adattatore K) ci sono limitazioni. Gli obiettivi per il formato 35mm dotati di innesto a vite PENTAX e gli obiettivi dei sistemi PENTAX 645 e 67 richiedono l’impiego di apposito adattatore. Alcune funzioni possono non essere disponibili con certi obiettivi.
* Memorie supportate SD
* Mirino Ottico a pentaprisma fisso con campo inquadrato 95% e regolazione diottrica da -1,5 a +2,5 diottrie
* Display LCD LCD a colori TFT da 2 pollici al polisilicio a bassa temperatura (circa 210.000 pixel)
* Messa a fuoco autofocus Sistema autofocus TTL SAFOX VIII ad analisi di fase su 11 punti, commutabile su AF Spot (aree selezionabili).Autofocus singolo e continuo, messa a fuoco manuale e infinito, Campo d'utilizzo: EV0-EV19
* Modalità esposizione Automatica programmata, Priorità dei tempi, Priorità dei diaframmi, Esposizione manuale e Posa B. Otturatore a controllo elettronico con tempi di posa da 1/4000 a 30 sec. 
Modi Picture: Paesaggi, Fiori, Ritratti, Scene notturne, Sport.
* Esposizione TTL a tutta apertura a 16 segmenti, misurazione spot e media ponderata al centro.
* Compensazione dell'esposizione: +/- 2EV con incrementi di 1/3 EV.
* Sensibilità ISO ISO 200, 400, 800, 1600, 3200 (selezione automatica o manuale)
* Bracketing autom. 3 fotogrammi entro un campo di ±0,5EV o ±1EV (con incrementi di 0,5 EV), oppure ±0,3EV, ±0,7EV o ±1EV (con incrementi di 0,3 EV).
* Modalità di ripresa Scatto singolo, sequenza (da 2,8 fot/sec a 8 fot/sec) autoscatto (12 o 2 sec.), sollevamento specchio, bracketing automatico, telecomando IR
* Flash integrato incorporato ad attivazione automatica con luce insufficiente, inseribile e disinseribile manualmente Copertura equivalente ad un 28mm (formato 35mm), slitta a contatto caldo per flash esterno, sincro flash1/180 sec.
* Collegamenti USB 2.0 uscita AV (NTSC o PAL)
* Opzioni di stampa Compatibile PrintImageMatching III e PictBridge


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Dopo più di un anno di uso continuativo della *ist DS (alternata ed abbinata alle inossidabili “pellicola” LX, K2, ESII e Pentax 6x7), di questa Reflex digitale non posso che darne un giudizio globalmente positivo. In questo periodo ho avuto occasione di confrontarla con quella che era la “concorrenza” coeva: Nikon D70, Canon 300D, Canon 350D, Sigma SD9, e anche la possibilità di farla provare a chi tale macchine usava… che dire? Che dire, la Pentax risulta la più compatta (non la più leggera, visto che il metallo dentro c’è), la meglio rifinita (al pari con la D70) e la più robusta (visto il telaio in metallo, assente nelle altre). Ma ciò che ha colpito tutte le persone che l’hanno usata è stata il mirino, finalmente degno di questo nome. La presenza del pentaprisma è evidente e “prepotente”. La maggiore luminosità rispetto ai pentaspecchi, infatti, ha permesso ai progettisti di mantenere un rapporto di ingrandimento maggiore. Questo facilita molto la composizione dello scatto e, soprattutto, il controllo “visivo” della messa a fuoco. Tutte le altre macchine elencate, infatti, sono vittima del cosiddetto “effetto tunnel” dove l’immagine appare un piccolo riquadro in fondo ad un tubo nero. E non è stato infrequente sentire persone dire: “ma allora è possibile mettere a fuoco a mano anche con una reflex digitale”.

Sulla qualità di immagine, la scelta Pentax è stata quella di una risposta base “morbida” con un filtro “passabasso ottico”, o “antialias”, piuttosto deciso e un filtro di “sharpening” piuttosto blando. La logica sembra essere stata quella di evitare di aggiungere, visto che le aggiunte si possono sempre fare, ma non si può mai togliere. Qualche rivista ha fatto delle pseudo-misure di “contrasto” e risoluzione dicendo che la Pentax era meno “incisa” della D70 – che ha lo stesso sensore. La verità è leggermente diversa: aumentare il “taglio” del passabasso ottico, infatti, riduce i casi di “aliasing” – le antiestetiche striature colorate che si possono verificare se davanti al sensore viene posta una griglia fitta o con una frequenza prossima ad un multiplo di quella del sensore – operazione che a posteriori è pressoché impossibile fare (se qualcuno ama il tecnico cerchi cosa è il teorema di Shannon su wikipedia). Anche la regolazione base “bassa” per lo sharpening va nella stessa logica. Posto che si può aumantare anche dalla macchina, lo sharpening aumenta la sensazione di nitidezza (microcontrasto), ma è un filtro che si può sempre applicare, ma mai togliere. Stesso ragionamento è stato applicato alla saturazione del colore, che volutamente è meno spinta che, in particolare nelle Canon. In conclusione non posso che dirmi contento della scelta di Pentax di favorire la “preservazione delle informazioni” nell’immagine piuttosto che “l’effetto speciale” che incanta il neofita, ma alla lunga, si dimostra un boomerang, quando si voglia “ottimizzare” le immagini.

Il sensore AF a 11 segmenti presenta dei vantaggi (possibilità di posizionare il punto di AF, specie in manuale, in quasi tutte le posizioni possibili e utili), ma, per contro, può risultare poco “intuitivo” e si abbina ad un AF che risulta più lento di quello della concorrenza (ma anche della *istD). Tra i vantaggi credo sia da elencare anche l’uso di possibilità di utilizzare pile stilo standard – oltre alle più costose CR-V3 – sia nella versione NiHM ricaricabili, sia, in caso di emergenza, in versione “alcalina” usa e getta, sconsigliate ma alla disperata facilmente reperibili ovunque. Sul fronte dei flash, questa è l’ultima macchina fotografica prodotta da Pentax a garantire la piena retrocompatibilità con tutti i sistemi di TTL che storicamente Pentax ha usato, da quello analogico che venne introdotto con la LX a quelli TTL digitali ai più recenti P-TTL digitali. Le nuove macchine, infatti, in ossequio a ciò che da tempo era uso della concorrenza, hanno elimintato il sensore del TTL, lasciando solo la modalità di esposizione P-TTL che, pur presentando dei vantaggi come precisione di esposizione, richiede l’aggiornamento dell’eventuale “parco flash”.

Infine la compatibilità con le ottiche. Non è il caso di fare qui un manuale d’uso, ma, per farla breve, la compatibilità è completa – ossia tutti gli automatismi sono disponibili – con le ottiche a baionetta K a partire dalla versione A (introdotta nel 1983!). con le ottiche K, l’esposizione viene calcolata con un piccolo stratagemma in “stop-down”: premendo il pulsante del blocco dell’esposizione, infatti, la macchina chiude per una frazione di secondo l’ottica al diaframma impostato e, quindi, propone un tempo. E’ sempre possibile, a quel punto aggiustarsi il diaframma o il tempo per ottenere sovra e sotto esposizioni o variare il diaframma e ripetere la procedura. Per le ottiche S – vite M42/1 – o ottiche 67 e 645 si può, invece, procedere mettendo la macchina su “Program” ricordandosi di chiudere manualmente il diaframma prima dello scatto.

Personalmente ho scelto dall’inizio di abbinare alla macchina, in luogo dell’economico 18-55, il più costoso smc DA 16-45mm f/4.0 ED/AL, allo scopo di coprire il fronte grandangolare (24mm equivalente di minimo). Il giudizio su quest’ottica p che sia decisamente valida. Anche a 24mm, pur presentando un po’ di vignettatura a tutta apertura, risulta molto ben corretta, permettendo senza timore di effettuare anche foto architettoniche. Ottimi anche cromatismo e risolvenza, cose che fanno di questa ottica uno dei migliori zoom “a tutto tondo” presenti sul mercato.

Dopo un anno e mezzo di uso, quindi, che dire? Che sono tra quelli che, per ora, sono soddisfatti e non pensano di cambiarla, nonostante i nuovi prodotti presenti sul mercato paiano avere alcuni plus (stabilizzatore, 10Mpixel). Il motivo? La risoluzione è la resa più che sufficiente per i miei usi (anche in ingrandimenti, fino al 30-45) e nel cambio perderei la compatibilità con il sistema di flash Metz e uso da anni.

Alberto Ansaldo

18 maggio, 2005

Fotocamere Serie Z : Z1 P




Caratteristiche Tecniche

* Anno presentazione 1996
* Copertura mirino 92%
* Fuoco automatico SI
* Fuoco manuale SI
* Esposimetro 8 zone
* Misurazione spot SI
* Esposiz. manuale SI
* Esposiz. automatica SI
* Esposiz. Program SI
* Priorità diaframmi SI
* Priorità tempi SI
* Esposiz. TTL flash SI
* Compensaz. espos. SI
* Bracketing autom. SI


* Esposiz. multiple SI
* Tempi otturaz. 30-1/8000
* Sincro flash 1/250s
* Flash incorporato SI
* Lettura codici DX SI
* Trascinamento Motore
* Raffica 4 fot/s
* Riavvolg. automatico SI
* Tasto prof. di campo SI
* Peso corpo 650g
* Note nessuna


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Io ne uso due, per lavoro (sono fotoreporter per il Gazzettino), e mi sono sempre trovato bene. L'unica cosa che ho da ridire sul corpo Z1p, é che é un pò delicato (in un paio di occasioni ha smesso di funzionare sotto la pioggia e l'interno si sporca di polvere, quando lo uso nella sabbia, o in situazioni "polverose"). Ad ogni modo sarebbe certamente difficile fare il mio lavoro con le atre reflex Pentax, che non garantiscono tantissima robustezza e affidabilità. Comunque sia, in due anni che faccio questo lavoro specifico, non ho mai trovato nessun reporter con Pentax (in questo campo c'é praticamente il monopolio delle Nikon), quindi sono orgoglioso di poter lavorare ancora con Pentax.
Simone Falso

28 aprile, 2005

Fotocamere Serie MZ : MZ 3



Caratteristiche Tecniche

* Anno presentazione 1997
* Copertura mirino 92%
* Fuoco automatico SI
* Fuoco manuale SI
* Esposimetro 6 zone
* Misurazione spot SI
* Esposiz. manuale SI
* Esposiz. automatica SI
* Esposiz. Program SI
* Priorità diaframmi SI
* Priorità tempi SI
* Esposiz. TTL flash SI
* Compensaz. espos. SI

* Bracketing autom. SI
* Esposiz. multiple NO
* Tempi otturaz. 30-1/4000
* Sincro flash 1/125s
* Flash incorporato SI
* Lettura codici DX SI
* Trascinamento Motore
* Raffica 1,8 fot/s
* Riavvolg. automatico SI
* Tasto prof. di campo SI
* Peso corpo g 410


Commenti
Dopo le solide e corpose ipertecnologiche autofocus Pentax Z1 e Z1 P , con la serie MZ Pentax ha pensato bene di recuperare due aspetti vincenti della vecchia serie M : compattezza e semplicità operativa. Esaminiamo allora la più completa (prima dell' uscita della molto più costosa MZ S) delle reflex serie MZ, cioè la MZ3 QD (in pratica una MZ5 N il cui otturatore è stato portato a 1/4000' e dotata di dorso data di serie). Intanto colpisce la linea classica Pentax, molto gradevole, e la compattezza, insieme a una molto buona rifinitura del corpo macchina. In mano si apprezzano la leggerezza, l'ergonomicità dell' impugnatura (forse un po' piccola per chi ha mani grandi) e i nuovi comandi, che riprendono il sistema di selettori a rotella per la regolazione tempi e per la regolazione della staratura intenzionale della esposizione della serie M . I comandi sono chiari e intuitivi ; le poche levette indicano subito la funzione che possono regolare. Apprezzabili, sopra i selettori a rotella, i pulsantini di sblocco, che evitano spostamenti accidentali, e le leve coassiali ai selettori medesimi, che permettono rispettivamente la regolazione di uno dei tre sistemi di esposizione (a settori, a media ponderata al centro e spot) l' una, e la funzione scatto singolo, multiplo, autoscatto ed esposizione a forcella l'altra. Tra i segnali visibili sul piccolo display LCD esterno, particolarmente ben leggibile il conta-pose. L' oculare è incorniciato da una efficiente conchiglia in gomma, sfilando la quale si accede al cursore di regolazione diottrica. A dx del mirino persiste la levetta per l' attivazione della discutibile "funzione panorama", accanto alla quale c'è, invece, l' utilissimo pulsantino di blocco della memoria di esposizione . Il dorso data è in dotazione: un optional che fa piacere avere; farebbe ancor più piacere se la data venisse impressa fuori del campo inquadrato, come avviene per la recentissima ammiraglia MZ S . Non manca , sul pentaprisma, la slitta flash a contatto caldo, nè il piccolo flash incorporato con sollevamento a pulsante. Davanti, lateralmente al bocchettone di innesto ottiche in metallo, a dx , ci sono il pulsante di sblocco ottiche, il cursore per la selezione del campo AF, il tasto di controllo profondità di campo; sempre lateralmente al bocchettone, ma a sin. è utile il cursore per il disinserimento dell'AF ; sopra c' è un altro pulsantino multifunzione (bip sonoro, regolazioni flash incorporato) e ,sopra questo, la presa per scatto elettrico a distanza. Altri piccoli dettagli li lasciamo al libretto di istruzioni, davvero ben realizzato e molto chiaro grazie ai disegni riportati come esempio. Come si vede, la MZ3 QD è , nonostante compattezza e impostazione "classica" dei comandi , una reflex a cui non manca alcuna funzione importante; devo aggiungere che è anche facile e piacevole nell'uso, anche se il primo impatto con la sua leggerezza, dopo aver usato reflex come la Z1, lascia un momento titubanti. Poi, con l'utilizzo, si comincia ad apprezzarne la facilità d'uso e la praticità operativa, l' ottimo e completo sistema esposimetrico con i veloci passaggi da una modalità all'altra, lo scatto dolce e poco rumoroso. A voler trovare assolutamente un difetto, posso dire che il mirino non è il massimo che uno possa desiderare: ben migliore è quello della Z1 - Z1 P , sia per luminosità che per definizione della scena, nonché per una maggiore "impermeabilità" a peluzzi e corpuscoli esterni. Per il resto tutto ok : è una reflex on cui si instaura subito un ottimo feeling, affidabile e sicura, piacevole nell'utilizzo ed esteticamente gradevole. Una reflex davvero consigliabile.
Alvise Agostini

16 marzo, 2005

Fotocamere Serie A : Super A




Caratteristiche Tecniche

* Anno presentazione 1983
* Copertura mirino
* Fuoco automatico NO
* Fuoco manuale SI
* Esposimetro Media Ponderata
* Misurazione spot NO
* Esposiz. manuale SI
* Esposiz. automatica SI
* Esposiz. Program SISuper A
* Priorità diaframmi SI
* Priorità tempi SI
* Esposiz. TTL flash SI

* Compensaz. espos. SI
* Bracketing autom. NO
* Esposiz. multiple NO
* Tempi otturaz. 15-1/2000
* Sincro flash 1/125 s
* Flash incorporato SI
* Lettura codici DX NO
* Trascinamento Manuale
* Riavvolg. automatico NO
* Tasto prof. di campo SI
* Peso corpo g 520
* Note nessuna



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Il corpo macchina è compatto, ben impugnabile e il peso non è eccessivo. Può funzionare in automatico, a priorità di tempi, di diaframmi o a 1/125 fisso. I tempi, elettronici, vanno da 30s a 1/2000s più la posa B: questi, tranne la posa B, vengono selezionati attraverso due pulsantini che aumentano o diminuiscono i tempi, i quali vengono visualizzati su un piccolo riquadro vicino ai pulsanti. La ghiera degli ISO va da 6 a 3200, e sulla stessa si più sovra/sottoesporre sia un singolo scatto (tornando poi nella posizione neutra) sia un intero rullino (tenendo la correzione fissa). I passi di correzione sono di 1EV fino a +/- 2. Anche l'esposimetro espone a passi di 1EV, e questa credo che sia la maggiore limitazione della macchina. Il mirino presenta due riquadri che possono contenere tempo e diaframma, se si lavora in automatico, solo tempi e sovra/sottoesposizione fino a +/- 3 (appunto con passi di 1EV) a priorità di tempi o diaframma. Il mirino viene illuminato dall'esterno attraverso una "feritoia" posta dopo la presa del flash. In caso di scarsa luce è presente un tasto sulla sinistra dell'attacco per l'obiettivo che illumina il mirino, permettendo di leggere i dati. E' presente il tasto per il controllo della profondità di campo e l'autoscatto ritardato di 10s con led e segnale sonoro. La leva per il trascinamento della pellicola è comoda e sul led dei tempi si nota un rettangolino in alto a destra quando la pellicola è avanzata e quindi la macchina è pronta per scattare. Per funzionare serve l'alimentazione, che è assicurata da una semplicissima batteria tampone di lunga durata e bassissimo costo. Nel complesso una macchina precisa e affidabile, con tutte le caratteristiche utili per una macchina non dotata di autofocus. Unico difetto è il passo minimo di esposizione che essendo di 1EV si può far sentire, particolarmente con le diapositive.
Graziano Illini



Aggiungerei che su due Super A avute ho rilevato (come per la ME Super) problemi di corretta esposizione in alte luci o in scene con zone luce-ombra . Altro difetto della Super A era la grande facilità con cui si spostava accidentalmente la ghiera sin. di regolazione della sovra o sottoesposizione. Per finire, anche il mirino non era il massimo della luminosità.... La macchina peraltro, molto ben disegnata, si impugnava molto bene e permetteva finalmente il TTL Flash, cosa fino ad allora possibile solo con la costosa Pentax LX. Direi che il merito più grande della Super A sia stato quello..... di giustificare la produzione degli splendidi obiettivi KA.
Alvise Agostini

17 febbraio, 2005

Super Multi Coated

L'antefatto

La ricerca di una migliore trasmissione della luce nelle lenti fotografiche è molto antica, già alla fine dell'800 si era notato che a volte obiettivi che denotavano una leggera opacità dovuta a muffe davano in pratica ottimi risultati in termini di trasmissione di luce e, stranamente, perfino superiori ad altri apparentemente perfetti. Nel 1896 Taylor aveva osservato che le lenti esposte ed annerite dagli agenti atmosferici avevano una capacità di trasmissione della luce superiore alle stesse lenti nuove. Dopo averne interpretata la ragione si cercò di riprodurre in maniera controllata il fenomeno, nel 1904 lo stesso Taylor richiese un brevetto per un procedimento che con l’uso di acidi ed altri componenti chimici modificasse la composizione della superficie delle lenti fotografiche, allo scopo appunto di ridurre la riflessione. Tuttavia questo procedimento si rivelò incostante nei risultati, producendo diversi tipi di annerimento delle lenti e per di più con tempi molto diversi in base al tipo di vetro. Nel 1934 il prof. Smakula, dell’ufficio ricerche della Carl Zeiss, richiese il brevetto per un trattamento antiriflesso per obiettivi fotografici. Contrariamente alle ricerche precedenti, che cercavano di modificare la composizione del vetro ottico allo scopo di eliminare i riflessi interni, il procedimento di Smakula prevedeva una vaporizzazione di fluorite di calcio in ambiente sotto vuoto. Quindi una doppia scoperta, sia per l’uso del composto chimico fondamentale (fluorite di calcio) che per l’uso della camera vacua per l’applicazione. Per l’importanza in applicazioni militari la scoperta ed il brevetto furono resi pubblici solo nel 1939.


Ancora nel 1942 molti obiettivi Zeiss di normale produzione non portavano il contrassegno del trattamento multistrato. Questo contrassegno era la famosa ‘T’ rossa, che sta per "Trasparenz", mentre in altri obiettivi, prodotti dalla Zeiss per altre marche, si trova una ‘V’ (Vergütung, rivestimento). Da notare che il trattamento multistrato non veniva applicato su tutti gli obiettivi indiscriminatamente, infatti per le ottiche specializzate in impiego prevalentemente notturno l’assenza di trattamento permetteva di leggere meglio le aree più scure del fotogramma. Parallelamente nel 1936, J. Strong del Cal-Tech (California Institute of Technology), riuscì a riportare artificialmente un sottilissimo strato di fluorite su una lente ottenendo così il primo strato antiriflessi d'oltre oceano. Tale scoperta rimase segreto militare durante il secondo conflitto mondiale, ma dal 1946 cominciarono ad apparire anche in applicazioni civili trattamenti antiriflettenti a strato singolo. Nonostante fosse già noto che i trattamenti multistrato potevano dare risultati notevolmente migliori, essi rimanevano relegati ad applicazioni militari o prettamente scientifiche a causa dei costi ritenuti eccessivi, tra i vari procedimenti ve ne era uno dalla ditta americana OCLI (Optical Coating Laboratories Inc.), sviluppato ad uso militare per gli schermi negli abitacoli dei caccia USAF e per strumenti di osservazione di US Army ed US Navy.
Come spesso accade nessuno aveva ancora pensato seriamente ad un suo sfruttamento su larga scala: Asahi acquistò il brevetto della OCLI sul trattamento antiriflettente denominato HEA (High Efficiency Anti-reflective coating) per 280.000 dollari. L'evoluzione dal trattamento HEA a tre strati a quello SMC a sette strati richiese circa un anno e permise di migliorare sia la capacità antiriflesso fino al 99,7% che l’equilibrio cromatico della luce trasmessa, superando l'unico difetto congenito dell’HEA, ossia la maggiore efficienza alle lunghezze d’onda maggiori (rosso) che alle minori (blu).
La teoria

Normalmente il rapporto di apertura (luminosità) dichiarato per un obiettivo è quello ottenuto dal rapporto matematico tra lunghezza focale ed il diametro della lente frontale. In realtà la quantità di luce che giunge sul piano focale è sempre inferiore per fenomeni di riflessione ed assorbimento dovuti alle lenti dell'obiettivo stesso (e quindi proporzionali al loro numero). La riflessione della luce su ogni superficie di ciascuna lente provoca un calo di luminosità rispetto a quanto calcolato col rapporto tra diametro e focale ed un calo di nitidezza dell'immagine dovuto alla diffusione della luce stessa all’interno dell’ottica da un numero pari di riflessioni. Per i vetri comunemente usati la perdita di luce per riflessione si aggira intorno al 7% per ogni superficie aria-vetro. Interponendo tra aria e vetro uno strato con indice di rifrazione intermedio si hanno 2 riflessioni: dato che ogni perdita di luce è proporzionale al quadrato della differenza di indici, con 2 riflessioni parziali si ha una perdita inferiore poiché la somma di due quadrati è sempre inferiore al quadrato della somma. Il caso migliore si verifica quando lo strato interposto ha indice di rifrazione pari alla radice quadrata di quello del vetro. Si hanno così due perdite parziali pari ad 1/4 di quella unica che si avrebbe in assenza di strato, la somma delle quali fornisce una perdita complessiva della metà.
Un altro fenomeno importante è quello dell’interferenza fra i 2 raggi riflessi e si può arrivare al punto che se i raggi hanno uguale ampiezza ma opposizione di fase si annullano reciprocamente: la prima condizione dipende dagli indici di rifrazione, la seconda dallo spessore dello strato antiriflesso, poiché occorre che l’intero percorso del doppio attraversamento dello strato sia pari alla metà della lunghezza d’onda della luce in questione, cioè lo spessore deve essere circa 1/4 della lunghezza d’onda della luce. Visto che la luce normalmente è composta da tutte le lunghezze d’onda non si può sfruttare questo fenomeno fino al punto di annullare completamente i riflessi, ma se ne ottiene comunque una forte riduzione. Con trattamenti convenzionali ad uno o due strati si arrivava all’1,7% di riflessione per ogni superficie aria-vetro; lo strato antiriflesso era però piuttosto delicato e soggetto a graffi. Inoltre esaminando un trattamento a strato singolo si nota chiaramente una dominante cromatica: se ad esempio l’obiettivo riflette prevalentemente il colore ambra ciò significa che tale lunghezza d’onda attraversa in quantità minore la lente rispetto ad altre provocando uno slittamento cromatico dell'immagine verso il colore complementare. Aumentando il numero degli strati, utilizzando materiali più duri, con opportuni indici progressivi e con gli opportuni spessori la riflessione viene ridotta intorno allo 0,1~0,2% per ogni lente. E’ evidente che il vantaggio è tanto più marcato quanto maggiore è il numero di lenti dell’obiettivo in questione; in pratica questo ha permesso la realizzazione di zoom anche molto complessi, con schemi di una quindicina di elementi, con un limitato degrado del contrasto dell’immagine. Con idonee combinazioni di materiali e spessori dei vari strati (7 nel caso del trattamento SMC) si ottiene anche un buon bilanciamento cromatico della curva di trasmissione complessiva, che tenderà comunque ad avere un massimo verso le lunghezze d’onda intermedie (verde). I composti (in genere fluoruri) vengono depositati sulle lenti entro una campana a vuoto contenente un crogiolo che provoca la sublimazione di piccole quantità di materiale che poi risolidifica a contatto con la superficie più fredda delle lenti, poste anch’esse all’interno della campana. L’attrezzatura base necessaria non è particolarmente sofisticata, ma per arrivare a strati multipli di spessore esattamente calibrato (dell’ordine di pochi micron) di composti di varia natura il procedimento è molto più complesso ed ogni Casa ha sviluppato tecniche proprie.

L'applicazione

Nel marzo del 1971 l'Asahi Opt. Co. annunciò l'introduzione di un trattamento antiriflettente composto da 7 strati denominato Super-Multi-Coating. Tale trattamento permetteva la trasmissione della luce fino al 99,7% per ogni superficie aria-vetro aumentando la luminosità reale degli obiettivi, a seconda del numero delle lenti, da un minimo del 20% ad un massimo del 50%. Oltre ad aumentare la luce disponibile sul piano focale venivano ridotti drasticamente i riflessi, causa di calo generale di contrasto dell’immagine normalmente e di ‘flare’ evidente nei casi estremi di soggetto molto luminoso (sole, lampade, etc.) entro il campo inquadrato o immediatamente all’esterno dello stesso. Tale trattamento avrebbe inoltre trasmesso in ugual misura tutte le lunghezze d’onda tranne l’ultravioletto, agendo quindi in parte anche da filtro UV. Un altro vantaggio rispetto ai trattamenti allora in uso era la notevolmente migliorata resistenza ai graffi, dovuta ad un maggiore durezza dei materiali riportati. L’innovazione, introdotta con gli obiettivi Takumar standard a corredo della Spotmatic II (50/1.4 e 55/1.8), sarebbe stata estesa a tutte le ottiche Asahi entro l’anno. Nella prima metà del 1972 Asahi adottava già il Super-Multi-Coating su 21 obiettivi per le proprie fotocamere 35mm e su 5 per la 6x7 (dal fish-eye 35mm f/4,5 al medio tele 150mm f/2,8). Da notare che nell’estendere il trattamento veniva data la precedenza agli obiettivi più richiesti e non tanto a quelli con un maggior numero di lenti. Ovviamente le dichiarazioni della Asahi generarono anche reazioni di scetticismo (Nikon, Leitz), qualcuno ritenne che si trattasse di fumo gettato negli occhi da una casa che stava "perdendo colpi" sul mercato nel tentativo di recuperare posizioni. Indubbiamente l’introduzione del trattamento SMC poteva avere anche questo scopo, ma c’era comunque un solido fondamento scientifico. Se così non fosse stato il fenomeno si sarebbe ridimensionato da sé, invece ben presto tutte le principali case concorrenti furono costrette a sviluppare trattamenti analoghi.
Il primo fabbricante a seguire la strada aperta da Asahi fu la Fuji, all'epoca già autonomamente in possesso di una tecnologia simile, seppur non altrettanto efficace, la quale annunciò il proprio trattamento EBC (Electron Beam Coating) sulla cinepresa Single-8 Z800 e sull’obiettivo standard del prototipo della Fujica ST-801, entrambi presentati al Japan Camera Show 1972. Successivamente Canon annunciò l’SSC (Super-Spectra Coating), Zeiss il T* (multistrato, in produzione dal 1972), Nippon Kogaku il Black Coating, mentre Minolta dichiarava di utilizzare già il proprio Achromatic Coating a due strati sull’elemento frontale dei propri obiettivi per le reflex (lontano comunque dal trattamento Asahi a 7 strati su tutte le superfici aria-vetro). Leitz, coerentemente al dichiarato scetticismo circa la necessità stessa del trattamento multistrato, intraprese la strada di nuovi schemi ottici con il minor numero possibile di lenti, salvo, a brevetti scaduti, affrettarsi a recuperare il tempo perduto. Fra i costruttori indipendenti i primi a seguire la tendenza furono Tamron con il BBAR (Broad-Band Anti-Reflection) anch'esso di derivazione USA, Komura e Tokina, che adottarono rapidamente un proprio trattamento multicoated. In ogni caso pare che, con esclusione delle sole Fuji e Leitz, tutti gli altri produttori furono costretti ad utilizzare, anche solo in parte, i brevetti di Asahi. Nel 1975, con il passaggio all'innesto a baionetta Pentax K, il trattamento SMC venne esteso a tutte le superfici delle lenti, anche quelle a contatto vetro-vetro e soltanto alcuni obiettivi di tipo economico (Takumar-bayonet), in tempi più recenti, sono stati esclusi dall'applicazione di tale trattamento.

Febbraio 2002 Franco Zampetti (Elaborato su testi di D. Bonazza e P. Ghisetti tratti da SPOTMATIC n.4, n.5 e n.31.)

16 febbraio, 2005

Ottiche: Serie M

OTTICHE SERIE M di Alvise Agostini

Strana storia, troppo breve, quella delle macchine fotografiche della serie K Pentax, e, in parallelo delle relative gloriose ottiche K, se già nel 1976 Pentax se ne esce di colpo con una coppia di reflex 24x36 quali la "mitica" Pentax MX e la ancor più compatta ME. Non è che la serie K sparisca di colpo, e neppure le sue ottiche, ma viene di fatto soppiantata dalle nuove reflex super-compatte, che fanno valere (specie la "professionale" MX) degli standard qualitativi elevati sia esteticamente che a livello di finiture, mantenendo una meccanica di prim'ordine accanto a delle soluzioni innovative (per le quali rimando alle relative schede).



Le ottiche serie M, pertanto, nascono anch'esse all' insegna della grande (talora eccessiva!) compattezza, e con una qualità ottico - meccanica abbastanza competitiva con quelle della serie K - anche se, a mio avviso , lievissimamente inferiore. Di certo il binomio qualità e compattezza viene premiato dal pubblico con un grande successo di vendite, anche per i prezzi altamente competitivi in rapporto al mercato; l' uscita nel 1980 della Pentax ME Super comporterà una ulteriore conferma. Tra le nuove ottiche si fa presto notare un compattissimo 40/2.8 M di ottima qualità e dello spessore di solo 18 mm. per un peso di appena 110 grammi ; ma non sono da meno il 20/4 M , il 28/2.8 M prima serie e il 28/3.5 M, con rispettivamente una lunghezza di 30 - 31 - 32 mm. Certo, è una bella dimostrazione della "tecnologia " ottica e meccanica di Pentax, ma bisogna dire anche che la regolazione delle ghiere delle ottiche citate non era il massimo della praticità!

Con la serie M escono anche, finalmente, degli zoom di qualità davvero molto buona : ricordo qui il 28-50/3.5-4.5, i luminosi 35-70/2.8-3.5 e 40-80/2.8-4 , il 70-150/ 4, e anche l' 80-200/4.5 prima serie (che mutuava lo schema ottico dal precedente equivalente K). Pertanto le ottiche serie M offrono tutt'ora una abbondante varietà di focali e una qualità media decisamente molto buona, ma , soprattutto, sono reperibili sul mercato dell' usato a prezzi irrisori. Un 28/3.5 + 50/1.7 + 135/3.5 in buono stato si possono avere a meno di 400.000 lire e offrono una qualità sorprendente.
Vediamo comunque, anche stavolta, quelle che sono soggettivamente da me ritenute le migliori ottiche della serie, indicando con asterisco quelle da me personalmente provate .
20/4 M* - 28/2 M* - 28/3.5 M* - 35/2 M* - 35/2.8 M - 50/1.7 M* - 100/2.8 M*
Sento però doveroso segnalare anche il 135/3.5 M* per l' ottima qualità generale e maneggevolezza, il 300/4 M per la straordinaria compattezza e ottima resa ai diaframmi centrali, e gli zoom precedentemente citati : questi ultimi, verosimilmente, danno dei punti agli attuali FA di pari luminosità e focale.

15 febbraio, 2005

Ottiche: Serie FA

OTTICHE SERIE FA di Alvise Agostini

Tra la fine del 1991 e l' inizio del 1992 Pentax pone sul mercato due nuove reflex, la Z10 e l' "ammiraglia" Z1- reflex, quest'ultima, tecnologicamente avanzata nonchè solida e robusta. Con le due reflex vengono proposte le ottiche della nuova serie FA, dotate di contatti di trasmissione elettrica per i "power zoom" e di trasmissione dei dati della distanza di messa a fuoco. I due obiettivi standard proposti (un 28-80/3.5-4.7 e un 28-105/4-5.6) sono, per l' appunto, due "power zoom", dotati di ghiera di "zoomata" elettrica a tre posizioni di velocità; in effetti il passaggio da una focale all'altra diviene molto dolce e regolare come progressione.Gli obiettivi serie FA colmano, progressivamente, alcuni "buchi" di focali che la serie F aveva lasciato aperti : in particolare viene reso disponibile un 20/2.8 FA (con schema ottico mutuato dal precedente 20/2.8 A) , un 85/1.4 FA e 200/2.8 FA (ambedue frutto di nuovi schemi ottici). I nuovi obiettivi hanno un design più moderno e gradevole dei precedenti serie F, ma sorge qualche dubbio sulla robustezza del barilotto specie per le ottiche più economiche (cosa, questa, comune anche ad alcuni F)



Dal punto di vista della qualità ottica, a parità di focale sembrerebbe - da riscontri di alcuni siti esteri - che con la nuova serie, salvo rare eccezioni, un pelino di qualità sia stata smarrita, sia nel confronto con gli F classici che nel confronto con gli A. Ciononostante alcune ottiche della serie FA meritano veramente di essere citati : un magnifico 24/2 asferico star, un 28/2.8 asferico e un altro "soft", un ottimo 35/2 asferico, un 300/2.8 FA star, i già citati 85/1.4 star e 200/2.8 star ed il recente 200/4 FA star macro. A livello di zoom evidenziamo un 28-70/4 asferico di pregevoli prestazioni , un altrettanto buono 20-35/4 FA, i professionali luminosi 28-70/2.8 star , 80-200/2.8 star, 250-600/5.6 star. Ho volutamente tralasciato i tre obiettivi FA Limited (43/1.9 - 77/1.8 - 31/1.8) che considero una serie a parte o comunque meritevole di una trattazione (con relative considerazioni) separata, con cui concludere questa carrellata sulle ottiche Pentax a baionetta. Riassumiamo, pertanto, quali siano - a mio riscontro - i migliori obiettivi della serie FA, evidenziando in grassetto i pezzi davvero pregiati.
FA 20/2.8 - FA 24/2 asf. - FA 35/2 asf. - FA 50/1.4 - FA 50/1.7 - FA 85/1.4 - FA 100/2.8 macro - FA 200/2.8 FA 200/4 macro - FA 300/4.5 - FA 300/2.8
Tra gli zoom, da segnalare i tre già citati 28-70/4 asf. , 28-70/2.8 asf. Star , 80-200/2.8 Star.

13 febbraio, 2005

Ottiche: Serie A

OTTICHE SERIE A
(di Alvise Agostini)

Nel 1983 Pentax pone sul mercato una nuova reflex - la Pentax Super A - proseguendo nella filosofia pagante della ME Super (esposizione automatica, display esterno, selezione a tasti e non a ghiera per il manuale). Per la prima volta entra il policarbonato nella carrozzeria di una reflex della Casa, mentre finalmente il TTL flash non è più appannaggio della sola ammiraglia LX. Ciò che però ci interessa è che viene anche messa sul mercato una nuova serie di obiettivi, ridisegnati nel look e dotati di contatti elettrici per poter "colloquiare" col corpo macchina. Ma non è tutto. Un discreto "battage" pubblicitario recita che per la nuova serie di ottiche è stata profondamente rinnovata e aggiornata l' intera linea di produzione, con macchinari sofisticati e tali da permettere tolleranze davvero minime sia nella lavorazione che nell' assemblaggio. Ciò che appare evidente a chiunque è che le nuove ottiche, mediamente, presentano una brillantezza cromatica superiore a quella di ogni serie precedente, frutto di nuovi schemi ottici, in alcuni casi, ma anche , evidentemente, di un aggiornamento dello stesso strato antiriflesso SMC.
E che i progetti ottici siano stati davvero raffinati ed ambiziosi lo testimonia il fatto che alcuni obiettivi, specie i più luminosi o specialistici (macro) competono pari pari con le migliori ottiche di qualsivoglia marca reflex.


Ecco, infatti, un 20/2.8 dall' ottimo contrasto e dai colori vividi e "squillanti", un 50/1.4 di qualità davvero elevata, un 50/2.8 macro impressionante, uno straordinario 85/1.4 e un superbo 135/1.8, un nitido e luminoso 200/2.8 e un 200/4 macro già con rapporto di riproduzione 1:1 e magnifico a ogni diaframma e distanza, un 300/2.8 altamente professionale e perfino un 400/5.6 senza vetri speciali che offre già una molto buona qualità per la focale. Tra gli zoom sono da segnalare un "gioiellino" quale il 35-70/4 con messa a fuoco ...semimacro (25 cm) , un grintoso 35-105/3.5 e 28-135/4 davvero ...prestante.
Come si può dunque rilevare, con la serie A (KA) c' è stata una ventata di belle e gradite novità in casa Pentax, tale da poter ridare rosee aspettative e un certo orgoglio ai numerosi appassionati del marchio...

Ma passiamo ora ad evidenziare i migliori obiettivi di questa magnifica serie. Quelli preceduti da asterisco sono gli obiattivi da me personalmente provati; per gli altri mi sono rifatto a fonti varie, ma preferibilmente a conoscenti fotoamatori, a fotonegozianti veramente competenti e appassionati, a qualche professionista. Stavolta però mi sento in dovere di evidenziare in grassetto e sottolineato quelle ottiche veramente eccezionali per le loro caratteristiche di nitidezza e correzione.
* 20/2.8 A - * 28/2 A - 35/2 A - *50/1.4 A - *50/1.7 A - 50/2.8 A macro - *85/1.4 A Star - 100/2.8 A - 100/2.8 A macro - * 135/1.8 A Star - 200/2.8 A Star - * 200/4 A Star macro - 300/2.8 A Star.

12 febbraio, 2005

Ottiche: Serie K

Ottiche Serie K di ALvise Agostini

Mi hanno chiesto i soliti 4-5 amici Web quale sia a mio giudizio la miglior serie di obiettivi Pentax a baionetta. Domanda difficile e risposta difficile, per cui val prima la pena di esaminare le varie serie di ottiche, a cominciare dalla prima. Correva l' anno 1975 quando Pentax ha d' una sola volta messo sul mercato quelli che dovevano essere gli apparecchi degni eredi della gloriosa serie a vite delle Spotmatic: la KM, la KX e la K2, cui è subito seguita la più semplice K1000. Erano macchine pensate per competere con le migliori marche del momento, con un occhio particolare a Nikon: macchine "full metal", robustissime, ben dimensionate, con un' ottima finitura ed una meccanica di prim'ordine: macchine fatte per durare, insomma, e per sopportare anche un uso un po' ruvido e qualche maltrattamento: infatti alle Spotmatic era più volte stata mossa l' accusa di una qualche "fragilità" occasionale.


Per macchine così ambiziose, anche le ottiche dovevano essere all' altezza, sia per robustezza meccanica che per qualità ottica: ed ecco le nostre K , di dimensioni generose, senza compromessi di sorta, con il fiore all' occhiello del rivestimento antiriflessi a 7 strati per lente, ereditato dalle ultime SMC Takumar a vite. Siamo dunque di fronte ad obiettivi costruiti senza guardare al risparmio: il risparmio era funzione della maggiore o minore luminosità. Vero che a un certo punto sono state proposte poche "Takumar bayonet" senza strato antiriflesso multiplo: ma l' accoglienza è stata molto tiepida, più o meno come le Nikon serie E. Quindi, per risparmiare, si acquistavano magari le ottiche più comuni e/o meno luminose: ma meno luminose voleva spesso dire, allora, e forse in parte anche adesso, una migliore correzione delle aberrazioni, per cui ci troviamo di fronte ad alcuni "pezzi" che sono autentici "gioielli" nonostante la relativa economicità di allora ( e i quattro spiccioli che servono ora per acquistarli sul mercato dell' usato). Per tutti, i 28/3.5 e 35/3.5 , i 55/1.8 e 55/2, ecc. Vediamo allora, a mio parere, le migliori ottiche della serie: alcune le ho usate io stesso direttamente (quelle con asterisco), altre sono state usate da amici e conoscenti, per altre, infine , mi sono affidato a pareri di partecipanti a NG anche stranieri. La qualità delle ottiche che ora elenco è da considerarsi di livello "professionale", anche se hanno il limite di essere sfruttate solo con impostazione manuale o con automatismo a priorità dei diaframmi.

* Super grandangolari : 15/3.5 SMC K - 18/3.5 SMC K
* Grandangolari : 28/2 SMC K* - 28/3.5 SMC K* - 30/2.8 SMC K - 35/2 SMC K - 35/3.5 SMC K*
* Normali : 50/1.2 SMC K - 55/1.8 SMC K* - 55/2 SMC K
* Medio Tele e Tele : 85/1.8 SMC K* - 105/2.8 SMC K - 135/2.5 SMC K* - 200/2.5 SMC K

28 gennaio, 2005

Fotocamere Serie MZ : MZ30

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Caratteristiche tecniche

* Anno presentazione 2000
* Prezzo 699.000 con 35-80
* Copertura mirino 92%
* Fuoco automatico SI
* Fuoco manuale SI
* Esposimetro 6 zone
* Misurazione spot NO
* Esposiz. manuale SI
* Esposiz. automatica SI
* Esposiz. Program SI
* Priorità diaframmi SI
* Priorità tempi SI
* Esposiz. TTL flash SI

* Compensaz. espos. ±3
* Bracketing autom. NO
* Esposiz. multiple NO
* Tempi otturaz. 30-1/2000
* Sincro flash 1/100 s
* Flash incorporato SI
* Lettura codici DX SI
* Trascinamento Motore
* Raffica 2 fot/s
* Riavvolg. automatico SI
* Tasto prof. di campo SI
* Peso corpo g 360

20 gennaio, 2005

Fotocamere Serie MZ : MZ 7




Caratteristiche Tecniche

* Anno presentazione 1999
* Copertura mirino 92%
* Fuoco automatico SI
* Fuoco manuale SI
* Esposimetro 6 zone
* Misurazione spot SI
* Esposiz. manuale SI
* Esposiz. automatica SI
* Esposiz. Program SI
* Priorità diaframmi SI
* Priorità tempi SI
* Esposiz. TTL flash SI
* Compensaz. espos. SI



* Bracketing autom. NO
* Esposiz. multiple SI
* Tempi otturaz. 30-1/2000
* Sincro flash 1/100 s
* Flash incorporato SI
* Lettura codici DX SI
* Trascinamento Motore
* Raffica 2 fot/s
* Riavvolg. automatico SI
* Tasto prof. di campo NO
* Peso corpo g 380
* Note: Sceglie automaticamente programma


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